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venerdì 28 marzo 2008

Riflessioni di un giovedì sera

Metti una sera in una birreria con musica dal vivo, con un gruppo un po' triste che fa cover di De Gregori. Aggiungi due weiss che vanno giù come l'acqua e mischiale con il genio di Allevi che ti rintrona i neuroni. Un pizzico di bronzi di Riace in miniatura con i piselli piccoli piccoli (perché tutte le raffigurazioni classiche hanno il pisello piccolo? È chiaro, noi maschietti abbiamo il famoso complesso... vuoi che l'autore si ritrovi a essere geloso della sua creazione?). Tutto ciò ti porta alle riflessioni di un giovedì sera, con pochi conoscenti che chiamare amici forse per ora è troppo, ma poi chissà.
E si va alla ricerca della felicità, che forse quel cantante triste sul palco ha trovato, nonostante a qualcuno (a me) sembri forse un po' ridicolo. Ma lui sembra che la sua felicità l'abbia trovata. E io?
Still searching...

4 commenti:

  1. :-) non smettere di cercare!

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  2. (un regalo per te)

    Devo molto
    a quelli che non amo.

    Il sollievo con cui accetto
    che siano più vicini a un altro.

    La gioia di non essere io
    il lupo dei loro agnelli.

    Mi sento in pace con loro
    e in libertà con loro,
    e questo l'amore non può darlo,
    né riesce a toglierlo.

    Non li aspetto
    dalla porta alla finestra.
    Paziente
    quasi come una meridiana,
    capisco
    ciò che l'amore non capisce,
    perdono
    ciò che l'amore non perdonerebbe mai.

    Da un incontro a una lettera
    passa non un'eternità,
    ma solo qualche giorno o settimana.

    I viaggi con loro vanno sempre bene,
    i concerti sono ascoltati fino in fondo,
    le cattedrali visitate,
    i paesaggi nitidi.

    E quando ci separano
    sette monti e fiumi,
    sono monti e fiumi
    che trovi su ogni atlante.

    È merito loro
    se vivo in tre dimensioni,
    in uno spazio non lirico e non retorico,
    con un orizzonte vero, perché mobile.

    Loro stessi non sanno
    quanto portano nelle mani vuote.

    «Non devo loro nulla» -
    direbbe l'amore
    su questa questione aperta.

    -RINGRAZIAMENTO, di Wislawa Szymborska

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